Statuetta di Arpocrate
AR 1493
Numero
Inventario
![cat 25 AR 1493 Arpocrate AC.jpg](https://static.wixstatic.com/media/24fa40_a08b664f997846a1b0f5584d870b0280~mv2.jpg/v1/crop/x_179,y_0,w_2905,h_3264/fill/w_259,h_291,al_c,q_80,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/cat%2025%20AR%201493%20Arpocrate%20AC.jpg)
Naviga il modello 3D
SCHEDA TECNICA
Luogo di rinvenimento:
![mappa 1 copia._ottimizzata web.png](https://static.wixstatic.com/media/24fa40_b567d2433ae64f57a4512cecd380531a~mv2.png/v1/crop/x_28,y_19,w_4355,h_2417/fill/w_462,h_257,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/mappa%201%20copia__ottimizzata%20web.png)
Arsinoe, ambiente 20
Misure: cm 12,2 x ** x 10.8
Materiale: calcare
Descrizione: Statuetta in pietra di Arpocrate, scolpita solo sul lato frontale. Il dio si presenta seduto, ed è riconoscibile dal gesto della mano portata alla bocca; ai lati del trono è raffigurato un altarino con un vaso e quelle che sembrano essere focacce rituali.
Sebbene la tipologia di Arpocrate seduto accanto ad un altare ricolmo di offerte sia ben nota, non ci sono raffronti diretti per questa figura così poveramente modellata, con la sua espressione che ci strappa un sorriso; essa risulta dunque, in qualche modo, un unicum.
La "perplessità" per questo ritrovamento in situ, in un ambiente abitativo e presso un altare, si percepisce nelle parole di Sergio Bosticco dal diario di scavo:
"28-12-64. Ambiente 4: quasi terminata la pulitura a livello –1,60 m. (...) Ivi trovato ancora un rozzo e grottesco bozzetto (Arpocrate? Presso un'ara)".
Approfondimento Letterario
La caratteristica individuante di questa lucerna è l’ansa con la raffigurazione di un delfino.
Questo stesso animale compare, oltre che nell’esemplare già citato (inv. 1190), anche in tipologie diverse di lucerna, ma il contesto sociale di appartenenza resta il milieu greco, non essendo questo un animale tipico della fauna egiziana.
Il delfino rimanda a un ambito iconografico e simbolico che godette di molta fortuna lungo i secoli. Il delfino è guida e salvezza per i naviganti, protagonista di diversi miti che lo legano strettamente all’uomo; in ambito cristiano andrà poi a rappresentare sia il mezzo con cui l’anima raggiunge il porto della salvezza, sia il Cristo che salva l’uomo.
Il delfino è presente nell’arte greca fin dall’età più antica: a solo titolo di esempio, si possono ricordare le raffigurazioni di questo animale di epoca minoica (primi fra tutti i delfini della Stanza della Regina a Cnosso (XV-XIV sec. a.C.). Notevole la fortuna iconografica anche in epoca ellenistica e romana: si pensi ai bellissimi delfini musivi della Casa detta, appunto, dei Delfini, a Delos; e alla splendida coppia di delfini color oro su fondo scuro dell’affresco della casa della Regio V di Pompei, anch’essa detta dei Delfini, recuperata durante gli scavi del 2018.
Sospesa fra realtà e mito è la figura di Arione (Ἀρίων), citaredo eccelso che, come narrano Erodoto (I, 23-24) e altri autori più tardi (Luciano, Plutarco), dopo aver dimorato a lungo a Corinto sotto la protezione del tiranno Periandro, viaggiò in Italia e in Sicilia. Accumulate grandi ricchezze grazie alla propria bravura, decise di tornare a Corinto, ma i marinai della nave su cui viaggiava decisero di eliminarlo per impadronirsi dei suoi beni. Arione, allora, chiese e ottenne di cantare un’ultima volta, per poi gettarsi in mare.
Un delfino giunse in soccorso del poeta, caricandoselo sul dorso e conducendolo sano e salvo a riva. Periandro, una volta ascoltato il racconto di Arione, smascherò e punì i marinai, e sul Tenaro, punto di approdo di Arione, fu eretto un monumento votivo raffigurante un uomo a cavallo di un delfino.
Approfondimento Letterario
Approfondimento Papirologico
Il papiro SB I 5835, un contratto di vendita di una proprietà immobiliare risalente al II sec. d.C., attesta l'esistenza ad Arsinoe, accanto al tempio principale di Sobek di Shedet, anche di altro un tempio di prima classe dedicato alla triade divina composta da Osiride, Iside e Arpocrate, probabilmente collocato nel quartiere Seknebtyneiou.
BIBLIOGRAFIA
D.M. Bailey (a cura di), Catalogue of the terracottas in the British Museum. vol. IV: Ptolemaic and Roman terracottas from Egypt, London 2008.
C.E. Barrett, «Harpocrates on Rheneia. Two Egyptian Figurines from the Necropolis of Delos», in A. Muller, E. Laflı (a cura di), Figurines de terre cuite en Méditerranée grecque et romaine, Villeneuve d’Ascq 2015, pp. 195–208.
S. Bosticco, «Scavi dell’Istituto Papirologico “G. Vitelli” ad Arsinoe (Kîmân Fares)», in Atti del Convegno Internazionale “Archeologia e papiri nel Fayyum”, Siracusa 1997, pp. 285–287.
C. Boutantin, Terres cuites et culte domestique: bestiaire de l’Égypte gréco-romaine, Leiden ; Boston 2014.
E. Breccia, Terrecotte figurate greche e greco-egizie del Museo di Alessandria Vol. I, Bergamo 1930.
E. Breccia, Terrecotte figurate greche e greco-egizie del Museo di Alessandria Vol. II, Bergamo 1934.
F. Dunand (a cura di), Catalogue des terres cuites gréco-romaines d’Egypte, Paris 1990.
A. Muller, E. Laflı (a cura di), Figurines de terre cuite en Méditerranée grecque et romaine: 2 - Iconographie et contextes, Villeneuve d’Ascq 2015.
V. Poulsen, Catalogue des terres cuites grecques et romaines, Copenhagen 1949.
L. Török, Hellenistic and Roman terracottas from Egypt, Roma 1995.
W. Weber, Die Ägyptisch-Griechischen Terrakotten, Berlin 1914.