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Gallo

AR 569

Numero 
Inventario

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SCHEDA TECNICA

Luogo di rinvenimento:

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Misure: cm 5,8 x ** x 14

Materiale: terracotta rossa a impasto fine

descrizione: statuetta di gallo di cui restano solo la testa e parte del collo.

Il frammento è costituito da due valve entrambe lavorate, con occhi e becco resi a incisione. L’alta cresta, il bargiglio e il piumaggio del collo sono resi con tratti incisi.

Confronti: F. Dunand, Catalogue des terres cuites gréco-romaines d’Égypte. Musée du Louvre. Département des antiquités égyptiennes, Paris 1990, n. 897, p. 296; C. Boutantin, Terres cuites et culte domestique. Bestiaire de l’Égypte gréco-romaine, Leiden - Boston 2014 [RGRW 179], n. 257, p. 373, e n. 266, p. 376 ( una lucerna con due galli che si affrontano) per la posizione particolarmente verticale del collo rispetto alla più consueta posizione inclinata.

Approfondimento 

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Sebbene le sue rappresentazioni siano piuttosto rare, e in generale si tratti di un animale poco diffuso, il gallo è certamente noto già nel periodo faraonico ma è in età greco-romana che l’allevamento dei gallinacei diventa comune e lucroso, per il commercio sia degli animali in sé, sia delle uova.

Le statuette raffiguranti questo animale lo rappresentano spesso da solo (o tutt’al più con un altro animale: 

quasi la metà su 122 statuette di questo animale recensite da Boutantin, Terres cuites, p. 362); quando invece è collegato a una divinità, è rappresentato con Arpocrate, Bes ed Eros, forse in riferimento al culto della fecondità, forse come simbolo solare.

Come per altri animali, soprattutto da allevamento, non è chiaro se lo scopo di queste statuette fosse religioso, o ludico (giocattolo per bambini e bambine, come indicato in Jouer dans l'Antiquité. Musées de Marseille, Paris 1991, p. 73, proprio in riferimento a un gallo), o semplicemente decorativo (come oggetto per abbellire la casa: cfr. anche H. Froschauer - H. Harrauer [edd.], Spiel am Nil: Unterhaltung im Alten Ägypten, Wien 2004 [Nilus 10], p. 19).

Approfondimento Papirologico 

I papiri di età greco-romana testimoniano la continua presenza dei galli nella vita quotidiana anche attraverso l’uso di almeno quattro termini diversi: infatti, oltre al preciso ἀλεκτρυών/ἀλέκτωρ, i gallinacei venivano indicati anche con i generici ὄρνιϲ, ὀρνίθιον e τοκάϲ, che potevano riferirsi anche adaltri ‘volatili’.

L’allevamento era destinato sia a rituali religiosi (feste e sacrifici), sia per l’alimentazione: fra le varie liste di cibi testimoniate nei papiri si può ricordare, per es., P.Wisc. II 60, del III sec. d.C., che menziona frutta, verdura, pesce, uova, carne di maiale, oche, e galli.

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BIBLIOGRAFIA

 H.-J. Drexhage, Einige Bemerkungen zu Geflügelzucht und -handel im römischen und spätantiken Ägypten nach den griechischen Papyri und Ostraka. I: Hühner, MBAH 20,1 (2001), pp. 81-95

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