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ARCHEOLOGIA IN 3D

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Istituto Papirologico

«G. Vitelli» dell'Università di Firenze e i Laboratori di Ricerca Sperimentali DAda-LAB e PLAY del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell'Università di Pavia. Utilizzando i più aggiornati sistemi di rappresentazione digitale, ha visto nella computer vision e nella tecnologia dell'informazione e della comunicazione, nuovi orizzonti verso i quali il racconto dell'archeologia può trovare un proprio sviluppo narrativo.

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Il progetto propone la possibilità di accedere a una nuova forma di conoscenza e di ricostruire virtualmente una parte del sito archeologico di Arsinoe, oggi scomparso dietro all'urbanizzazione della città. Con la tecnica digitale è possibile creare collegamenti tra spazi reali fisicamente inaccessibili ed ambienti virtuali eternamente fruibili.

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PAPIRI

MUSEO

MOSTRA 

MISSIONE

REPERTI

VIRTUAL REALITY

SERIOUS GAME

PANO TOUR

ARSINOE

SCAVO

Ars sito
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Timeline

ARSINOE

Arsinoe è la denominazione del capoluogo del nomòs

(distretto amministrativo) dell'Arsinoites, l’attuale Faiyûm.

La città in epoca faraonica si chiamava Shedet e in età tolemaica ebbe dapprima il nome di Κροκοδίλων πόλις (perché città sacra a Sobek, il dio-coccodrillo) e in seguito la designazione alternativa Ptolemais Euergetis (in onore del re Tolomeo VIII Evergete II).

In epoca romana si aggiunse – e poi prevalse – il nome di Ἀρσινοιτῶν πόλις (città degli Arsinoiti), da cui la forma breve Arsinoe. In età araba, a sud dell’antico sito, fu fondata la città di Medinet el Faiyûm, la cui progressiva espansione ha coperto tutta l'area archeologica.

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Fayum

Arsinoe 

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ARSINOE E IL FAYUM 

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ARSINOE IERI

Sebbene Arsinoe sia stata senza dubbio una città di primo piano dell’Egitto antico (specialmente dall’epoca tolemaica in poi), le fonti storiche e geografiche antiche non dedicano molto spazio ad Arsinoe: assai concise sono le menzioni in Erodoto (II 148,1), Diodoro Siculo (I 89, 3), Strabone (XVII, 1, 38), Plinio il Vecchio (V 11, 61) e Claudio Tolomeo (Geografia IV 5, 57); gli Itineraria di epoca romana e tardoantica non menzionano la città.

 

I cartografi rinascimentali ne segnalano la posizione con qualche inevitabile approssimazione: nella carta dell’Egitto realizzata da Abraham Ortelius intorno al 1584 (nella foto), ad esempio, *

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La prima descrizione moderna di Arsinoe è opera del domenicano R.D. Vansleb, che la visitò nel 1672: dal suo resoconto apprendiamo che il sito era ormai ampiamente degradato: a seguito di spoliazioni (destinate anche al riuso di materiali architettonici per l’insediamento arabo di Medinet El-Fayum), ben poco rimaneva della città:

«L'ancienne ville d'Arsinoé, sise tout proche de Fium, du côté de Nord-Oüest, est à présent entièrement ruinée; et l'on n'y voit plus rien qui en conserve la mémoire, qu'un très grand nombre de montagnes fort hautes, faites de ses ruines, qui font assez connaître qu'elle était autrefois une des plus grandes et des plus magnifiques villes d'Égypte...».

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Del tutto analoga è la descrizione fatta nel 1704 dall'esploratore francese P. Lucas. Circa un secolo dopo, E. Jomard, uno degli studiosi che parteciparono alla spedizione napoleonica in Egitto (1798-1801) e collaborarono alla stesura della fondamentale Description de l'Égypte, ou Recueil des observations et des recherches qui ont été faites en Égypte pendant l'expédition de l'armée française (Descrizione dell'Egitto, o la raccolta di osservazioni e ricerche fatte in Egitto durante la spedizione dell'esercito francese), scrisse:

«[Arsinoe] a été détruite de fond en comble. Les colonnes de granit et de marbre dont ses édifices étaient ornés, ont été transportées à Medinet el-Fayoum, où on les trouve, partie dans les mosquées, partie en débris isolés au milieu de la ville; quelques-unes sont d'une grandeur considérable. Il ne reste plus de l'ancienne ville d'Arsinoé qu'une grande montagne de ruines et de décombres, dont l'étendue a environ trois à quatre mille mètres du midi au nord, et deux à trois mille dans l'autre sens; des fragments de statues en granit et en marbre; enfin les débris d'une multitude de vases, en terre et en verre. Partout on trouve des constructions en brique, démolies».

L'esploratore italiano G.B. Belzoni visitò i resti dell'antica città nel 1819 ed effettuò un saggio di scavo in corrispondenza di una cisterna posta al centro dell'area delle rovine.

Nella parte finale del XIX secolo l’attenzione verso Arsinoe aumentò considerevolmente: cruciale fu il ritrovamento, da parte dei cercatori di sebakh (una sorta di fertilizzante naturale derivato dalla decomposizione dei mattoni crudi con cui erano costruite le case degli antichi insediamenti) di una grande quantità di papiri, immessi sul mercato antiquario e acquistati da diverse collezioni. Una delle collinette dove questi ritrovamenti furono effettuati (il Kôm Fares) finì per diventare l’indicazione complessiva per tutta l’area archeologica. 

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La prima esplorazione accuratamente documentata del sito è quella svolta nel 1886 dal tedesco G. Schweinfurth, che nel 1887 pubblicò un resoconto corredato da una planimetria. L’anno successivo fu l’inglese W.M. Flinders Petrie ad esplorare il sito, e a tracciare una mappa del tempio di Sobek, il dio coccodrillo venerato in tutto il Fayum.  Le rovine occupavano a quel tempo un’area di circa 2,4 × 2,2 km, ma già nei decenni successivi i campi coltivati si estesero progressivamente nella parte settentrionale dell’area e, a sud, l’espansione di Medinet El Fayum coprì una parte delle antiche rovine.

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ARSINOE OGGI

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Area di
scavo

Tutto ciò che resta oggi dell’area archeologica di Arsinoe consiste in cinque zone recintate all’interno dell’insediamento moderno di Medinet El-Fayum. Esse non sono molto ampie e risultano ampiamente perturbate per lo spostamento di reperti in occasione di interventi svolti lungo i decenni; il più recente è quello del 2015, che ha visto la traslazione dei resti monumentali di età faraonica rimasti ancora in loco nel museo a cielo aperto dei Kiman Fares, collocato non in loco ma all'interno dell'area archeologica dell'antica Karanis, oggi Kom Aushim ( a circa km a nord di Arsinoe). La zona evidenziata nella foto satellitare corrisponde a una parte dello scavo dell’Istituto Papirologico. 

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