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Statuetta di Arpocrate con vaso

AR 484

Numero 
Inventario

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SCHEDA TECNICA

Luogo di rinvenimento:

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Arsinoe, ambiente 17
(lato sud)

Misure: h cm 9; l cm 7,5; L cm 5,1

Materiale: Terracotta marrone. Impasto fine, con alcune inclusioni bianche

Descrizione: Statuetta di Arpocrate formata da due valve entrambe lavorate, ricomposta. Il dio porta l’indice destro alla bocca mentre con il braccio sinistro sorregge un vaso la cui apertura è rivolta verso lo spettatore. I capelli sono rasati, con la tipica treccia che scende sulla destra del volto. La parte superiore del corpo è coperta, e due nastri si incrociano all’altezza del petto; le gambe e un grosso fallo rimangono scoperti. Sul retro è presente un foro circolare.

Confronti: Breccia, Terrecotte figurate, p. 23, nr. 66 (7660) (Tav. XXVI); Fjeldhagen, Catalogue, pp. 28-29, nrr. 3, 4.

Statuetta di Arpocrate con edicola

AR 485

Numero 
Inventario

AR 485
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SCHEDA TECNICA

Luogo di rinvenimento:

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Sconosciuto.

Misure: h cm 18,3; l cm 9,5; L cm 3,7

Materiale: terracotta rossa, con nucleo nero, a impasto fine con abbondanti inclusi di mica dorata fine.

Descrizione: la statuetta, ricomposta, presenta il dio stante sulla gamba destra, mentre la sinistra è piegata e poggia su un’olla. Sulla testa, reclinata a destra, il dio porta una corona di fiori. La veste indossata ha scollatura triangolare e una fibbia sulla spalla destra, mentre sulla spalla sinistra poggia un’edicola, elemen- to di incerto significato (vd. Dunand, Religion populaire e Bailey, Catalogue of the terracottas). Inoltre, la mano destra stringe un’anforetta. Non sembrano esservi confronti puntuali per l’iconografia del dio stante con un’edicola o un tempietto. Tracce di colore rosso per la pelle e l’edicola, bianco per veste e capelli.

Confronti: Dunand, Catalogue des terres cuites, p. 102, nr. 232.

Statuetta di Arpocrate

AR 837

Numero 
Inventario

AR 837
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SCHEDA TECNICA

Luogo di rinvenimento:

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Arsinoe, ambiente 20

Misure: h 5,7; l 3,6

Materiale: Terracotta marrone a impasto fine.

Descrizione: testa di statuetta di Arpocrate formata da due valve. Il dio ha la mano destra alla bocca e i capelli acconciati con una treccia sul lato destro e due ciocche sulla fronte. Indossa un’alta corona doppia dell’Alto e Basso Egitto. Il modellato è molto rozzo.

Confronti: Dunand, Catalogue des terres cuites, p. 124, nr. 324.

Statuetta di arpocrate in calcare

AR 1493

Numero 
Inventario

AR 1493
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SCHEDA TECNICA

Luogo di rinvenimento:

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Arsinoe, esterno ambiente 4
lato sud, presso un’ara.

 

Misure: h cm 12,2; l cm 10,8, L cm 5,3.

Materiale: calcare.

Descrizione: statuetta scolpita grossolanamente solo sul lato frontale, ricavata da un blocchetto di calcare appena sbozzato. Il dio è seduto e porta la mano destra alla bocca nell’atteggiamento identi- ficativo della divinità. Alla sua sinistra, su quella che sembra essere un’edicola o un piccolo altare, sono poggiate due focacce rituali e una brocca (di vino?) dal lungo collo.

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Questa figurina rappresenta un unicum nel panorama delle statuette greco-roma- ne dall’Egitto, e non è da escludersi che si tratti di un maldestro tentativo di scol- pire l’effigie del dio non ad opera di un artista più o meno esperto, ma in ambito privato, casalingo o dilettantistico. Alla sfera domestica rimanda, comunque, il findspot, dato che si tratta di uno dei pochi reperti rinvenuti nel loro contesto. Il suo ritrovamento fu debitamente annotato nel giornale di scavo : «28 dicembre. Ivi [scil. ambiente 4] ancora trovato un rozzo e grottesco bozzetto in pietra (Arpocrate? presso un’ara)».

Approfondimento generale

Arpocrate è la manifestazione di Horus, figlio di Osiride e Iside, come un adolescente. Il suo nome deriva dall’egiziano Ḥr-pꜣ-ẖrd (Horus Bambino, attestato in questa forma a partire dalla XXI Dinastia) ed è normalmente rappresentato come un giovane con la treccia sul lato della testa e, spesso, con il dito portato alla bocca. Dall’Epoca Tarda in avanti Arpocrate è una divinità estremamente popolare, dispensatore di cibo, protettore dell’agricoltura e dell’ambiente domestico, invocato nella fecondità e fertilità dell’uomo e degli animali, protettore contro gli animali velenosi (quali serpenti e scorpioni). Spesso indossa la corona doppia dell’Alto e del Basso Egitto (pschent, dal greco ψχέντ e dall’egiziano sḫmty), la corona hemhem (hmhm, una tripla corona atef) o una semplice corona di fiori. Altri suoi attributi sono la cornucopia, simbolo di abbondanza e fecondità, un vaso dal contenuto sconosciuto che sorregge solitamente con il braccio sinistro, focacce e vino a rappresentare ancora una volta la sua funzione dispensatrice di cibo e boccioli di loto ai lati della corona oppure, a volte, raffigurato seduto su uno di essi dal quale è miracolosamente nato. A rimarcare la sua natura di divinità della fertilità e fecondità, è spesso associato con Amon e Min e rappresentato sovente con un grosso fallo (raffigurato sia nascosto dalla veste, ma del quale se ne intuiscono bene le forme, oppure nudo). Più raramente, è anche raffigurato a cavallo di un animale.

Arpocrate, come Horus Bambino, non ha un centro di origine, è stato sempre venerato in tutto l’Egitto ed è una delle divinità maggiormente rappresentate nella coroplastica greco-romana d’Egitto.

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Approfondimento Papirologico 

Il papiro SB I 5835, un contratto di vendita di una proprietà immobiliare risalente al II sec. d.C., attesta l'esistenza ad Arsinoe, accanto al tempio principale di Sobek di Shedet, anche di altro un tempio di prima classe dedicato alla triade divina composta da Osiride, Iside e Arpocrate, probabilmente collocato nel quartiere Seknebtyneiou.

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BIBLIOGRAFIA

D.M. Bailey (a cura di), Catalogue of the terracottas in the British Museum. vol. IV: Ptolemaic and Roman terracottas from Egypt, London 2008.

C.E. Barrett, «Harpocrates on Rheneia. Two Egyptian Figurines from the Necropolis of Delos», in A. Muller, E. Laflı (a cura di), Figurines de terre cuite en Méditerranée grecque et romaine, Villeneuve d’Ascq 2015, pp. 195–208.

S. Bosticco, «Scavi dell’Istituto Papirologico “G. Vitelli” ad Arsinoe (Kîmân Fares)», in Atti del Convegno Internazionale “Archeologia e papiri nel Fayyum”, Siracusa 1997, pp. 285–287.

C. Boutantin, Terres cuites et culte domestique: bestiaire de l’Égypte gréco-romaine, Leiden ; Boston 2014.

E. Breccia, Terrecotte figurate greche e greco-egizie del Museo di Alessandria Vol. I, Bergamo 1930.

E. Breccia, Terrecotte figurate greche e greco-egizie del Museo di Alessandria Vol. II, Bergamo 1934.

F. Dunand (a cura di), Catalogue des terres cuites gréco-romaines d’Egypte, Paris 1990.

A. Muller, E. Laflı (a cura di), Figurines de terre cuite en Méditerranée grecque et romaine: 2 - Iconographie et contextes, Villeneuve d’Ascq 2015.

V. Poulsen, Catalogue des terres cuites grecques et romaines, Copenhagen 1949.

L. Török, Hellenistic and Roman terracottas from Egypt, Roma 1995.

W. Weber, Die Ägyptisch-Griechischen Terrakotten, Berlin 1914.

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