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Anfora

AR 1504

Numero 
Inventario

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SCHEDA TECNICA

Luogo di rinvenimento:

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pozzo A, nel settore C

Misure: altezza cm 86; circonferenza cm 80.

Materiale: terracotta rossa, interno nero. Impasto molto fine.

Descrizione: corpo troncoconico con pareti concave. Collo troncoconico con pareti concave e scanalature prodotte sul tornio. Orlo diritto piano. Fondo arrotondato. Due anse ad orecchio a sezione ellittica.

Confronti: tipo “Amphores Égyptiennes 3”, vedi J-Y. Empereur, Les amphores completes du Musée d’Alexandrie: importations et productions locales, in J.-Y. Empereur (ed.), Commerce et artisanat dans l’Alexandrie héllenistique et romaine, Athenes 1998, pp. 393-399.

Anfora vinaria ricomposta a partire da 3 pezzi e ora completa (vedi Menci-Pesi, La collezione archeologica, nr. 16, p. 58); presenta un foro sul collo a metà altezza, per far defluire i gas di fermentazione.

Il ritrovamento avvenne all’interno di un pozzo rivestito di pietra e profondo m 1,30 nella zona C, nella parte nord. Il ritrovamento risale al 13 dicembre 1964 e nel diario è descritto il progressivo scavo e l’identificazione dei materiali: “Individuato un pozzo rivestito in pietra: calcare gialla fino ad 1,30 m. Si sono rinvenute due ollette ed un’anfora di ceramica porosa, oltre ai colli ed ai puntali di altre. Compiuto il rilievo stratigrafico del pozzo e dei reperti”.

Appartiene al tipo “Amphores Égyptiennes 3”: anfore del genere erano adibite al trasporto e alla conservazione del vino e risultano molto diffuse nell’Arsinoite di età romana.

Questo reperto è l’unico di quest’epoca conservato nella collezione dell’Istituto Papirologico: tutte le altre anfore ritrovate nello scavo di Arsinoe sono prodotti di epoca tolemaica.

Anfora Ars 1.jpg

Approfondimento Papirologico 

Nell’Egitto greco-romano la produzione e la commercializzazione del vino erano elementi importanti nella vita economica e sociale; alcuni documenti conservati nella collezione dell’Istituto Papirologico «G. Vitelli» illustrano direttamente alcuni aspetti cruciali di questa attività.

Tutto cominciava con il lavoro nei vigneti. PSI XIII 1338 è un contratto in cui Aurelius Theon accetta di svolgere le necessarie attività agricole su un terreno recentemente lavorato a vigna e a ortaggi, che appartiene ad Aurelia Diogenis, detta anche Turbiena, una ricca alessandrina; Theon pagherà un canone d’affitto in quanto affittuario, ma percepirà anche un salario in quanto coltivatore. Tale contratto è stipulato l’11 ottobre 299 d.C.: tutti i documenti di questo tipo sono datati nel periodo ottobre-novembre, quando, conclusa la vendemmia, ricominciava il ciclo di coltura della pianta.

Una volta prodotto, il vino era messo in commercio. Per prima cosa era essenziale garantirsi il rifornimento di contenitori ‘vuoti’ (detti  κοῦφα) necessari per trasportarlo: diversi papiri, fra cui PSI V 474 (VI sec. d.C.; Cinopolite), appartenente all’archivio degli Apioni (un’importante famiglia patrizia di Ossirinco),  fanno riferimento ad essi per ultimare la preparazione del prodotto e talvolta viene specificato il valore del contenitore indipendentemente dal contenuto (cfr. Morelli, I prezzi dei materiali, p. 169, nota 1).

Il PSI XVII 1711, scritto fra III e IV secolo d.C., getta luce su una situazione particolare. In una lettera privata, di cui si è conservato solo l’inizio, Serenus si lamenta con Dionysius: “Non appena ricevi la mia lettera, mandami il vinaio che tu vuoi per assaggiare i 500 fiaschi dei miei vini. Altri li hanno già assaggiati e non li ho ancora venduti a causa tua ...”. Qui il testo si interrompe senza che sia per noi possibile conoscere altri dettagli su questa vicenda.

Il vino non era solo un prodotto locale, ma anche una merce di importazione, spesso proveniente da altre zone del Mediterraneo, come dimostrano i bolli stampigliati su manici d’anfora ritrovati nella stessa Arsinoe.

PSI V 474 r.jpg
PSI XIII 1338 r.jpg
PSI XVII 1711 recto.jpg

BIBLIOGRAFIA

Descrizione e ritrovamento: La collezione archeologica dell’Istituto papirologico «G. Vitelli», a cura di G. Menci - L. Pesi, Firenze 2012, p. 16 e nr. 16, p. 58;

Sul tipo di anfora: J-Y. Empereur - M. Picon, Les régions de production d’amphores imperiales en Méditerranée orientale, in Amphores romaines et histoire économique: dix ans de recherche. Rome 1989, pp. 223-248;

J-Y. Empereur, Les amphores completes du Musée d’Alexandrie: importations et productions locales, in J.-Y. Empereur (ed.), Commerce et artisanat dans l’Alexandrie héllenistique et romaine, Athenes 1998, pp. 393-399;

Sui contenitori vuoti: F. Morelli, I prezzi dei materiali e prodotti artigianali nei documenti tardoantichi e del primo periodo arabo (IV ex.-VIII d.C.), Berlin - Boston 2019, pp. 169-171.

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