Dromedario
AR 596
Numero
Inventario
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SCHEDA TECNICA
Luogo di rinvenimento:
Sconosciuto.
Misure: h cm 5,7; l cm 3
Materiale: terracotta rossa, con nucleo nero, a impasto fine; abbondanti inclusi di mica dorata fine.
Descrizione: della statuetta dell’animale restano soltanto la testa e il collo; si trattava comunque di un manufatto a due valve, entrambe lavorate. I tratti superstiti del muso (occhi e bocca) sono a rilievo e incisione.
Lo stato frammentario non permette di ipotizzare la forma esatta della statuet- ta, e cioè se l’animale fosse rappresentato con la merce che doveva trasportare, o con una divinità (Arpocrate, o una divinità in abbigliamento militare, oppure Dioniso), o con un personaggio umano. Il profilo curvilineo particolarmente ac- centuato della parte esterna del collo, comunque, farebbe pensare che l’animale non fosse raffigurato da solo, e che proprio in corrispondenza della ‘curva’ si attaccasse la soma o il corpo di una figura che lo cavalcava. Non è inoltre possi- bile stabilire se l’animale fosse rappresentato in piedi, come più frequentemen- te, oppure accucciato.
Confronti: Dunand, Catalogue des terres cuites, p. 280, nr. 831; Fjeldhagen, Cata- logue, p. 180, nr. 178; Boutantin, Terres cuites, p. 313, nr. 195; p. 317, nr. 209.
Approfondimento generale
L’Egitto antico conosce soltanto il dromedario, e non il cammello, ma non sappiamo precisamente da quando: la presenza e l’uso intensivo dell’animale non appaiono anteriormente all’età tolemaica.
La sua funzione primaria era quella del trasporto di merci, come mostrano bene le molte statuette di terracotta che raffigurano l’animale con la sella già dotata di soma – spesso anfore e contenitori di liquidi.
La sua presenza, però, è particolarmente attestata nei praesidia militari nelle Oasi, o, comunque, per il trasporto di lunga distanza; nella Valle, più capillarmente occupata da città e villaggi, l’animale maggiormente utilizzato nel trasporto di uomini e merci era, invece, l’asino.
Per le statuette di questo animale si può pensare a un contesto religioso: da una parte la sua funzione di trasporto delle merci (anche) per feste e processioni sembra sicura (Boutantin, Terres cuites, pp. 308-310); dall’altra poteva trattarsi, per così dire, di ex-voto, come ringraziamento per il viaggio andato a buon fine, o, ancora, come richiesta alla divinità per la protezione durante il cammino (Boutantin, Terres cuites, pp. 77??, e 308). Si può ricordare, infatti, che città strategiche dal punto di vista commerciale e carovaniero, come per es. Coptos, importante nella rotta Alessandria-Nilo-estremo Oriente, ci hanno restituito numerose statuette di dromedari (ben 66 sulle 170 zoomorfe, secondo Boutantin, Terres cuites, p. 308). Come per la maggior parte delle statuette di animali, però, anche per il dromedario non si può escludere la funzione ludica.
Approfondimento Papirologico
Nei papiri il termine utilizzato per indicare il dromedario è κάμηλοϲ, testimoniato sia in contratti di vendita dell’animale, sia nelle cosiddette ricevute di dazio: nei primi l’animale viene descritto e identificato dal colore del manto, lo stato della dentizione (per stabilirne l’età), il tatuaggio, costituito da lettere greche e, in genere, posto sulla coscia, sulla guancia o sul petto. Fra i vari contratti possiamo menzionare P.Vindob.Worp 9, del 158 d.C., un foglio completo nel quale si registra la vendita al prezzo di 580 dracme d’argento di una cammella di pelo fulvo, tatuata con la sigla ΘΕ.
Quanto alle ricevute di dazio, in genere questo tipo di documento consisteva nel riconoscimento dell’avvenuto pagamento di una particolare tassa, in relazione al trasporto delle merci descritte (spesso si trattava di grano) caricate sugli animali indicati: sui 919 documenti di questo tipo raccolti ormai molti anni fa da P.J. Sijpesteijn (P.Customs, 1987), più di un terzo riguarda il trasporto tramite cammello, secondo soltanto all’asino.
Inoltre, i papiri, o meglio, soprattutto alcuni ostraca dei praesidia, attestano anche la figura del cammelliere, detto καμηλίτηϲ o δρομεδάριοϲ, proprio perché la prerogativa del cammello è quella di ‘correre’ (derivando il termine dalla radice δραμ- di τρέχω, appunto, “correre”).
BIBLIOGRAFIA
P.Louvre I 12; R.S. Bagnall, The Camel, the Wagon, and the Donkey in later Roman Egypt, BASP 22 (1985), pp. 1-6;
C. Adams, 'There and Back Again': Getting Around in Roman Egypt, in C. Adams - R. Laurence (edd.), Travel and Geography in the Roman Empire, London - New York, 2001, pp. 138-166;
C. Adams, 'Travel Narrows the Mind': Cultural Tourism in Graeco-Roman Egypt, in C. Adams - J. Roy (edd.), Travel, Geography and Culture in Ancient Greece, Egypt and the Near East, Oxford 2007 (Leicester-Notthingham Studies in Ancient Society 10) pp. 161-184; S. Struffolino,
P.Cair.Zen.5 59835 - ancora sull’introduzione e l’utilizzo del dromedario in Africa settentrionale, in V. Brugnatelli, L. Magini (edd.), “Suadìti?” Scritti di amici e colleghi in memoria di Francesco Aspesi, Milano 2022, pp. 327-340