Mortaio
AR 1502
Numero
Inventario
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SCHEDA TECNICA
Luogo di rinvenimento:
all'esterno del muro est del vano 22.
Misure: diametro esterno di 41,5 cm, (comprendendo anche le 2 prese 46 cm) interno di 37,5.
Materiale: pietra.Descrizione: corpo troncoconico (ricomposto), con tre prese e un versatoio equidistanti. Scalpellature sull’orlo.
L’oggetto fu rinvenuto l’ultimo giorno effettivo di scavo, il 20 febbraio 1965, a una profondità di cm 90, all’esterno del muro est
dell’ambiente 22.
Confronti: Spanu, Mortai litici da Antinoupolis, p. 232; Spanu, Un mortarium bol- lato, pp. 394-398; Pawlik, Stone Artefacts, p. 254.
La sua posizione e le ragguardevoli dimensioni dell’oggetto fanno pensare a uno strumento utilizzato per una grande quantità di materiale da
triturare, adatto per una casa con una famiglia numerosa, o, piuttosto, per una bottega con operai specializzati.
La presenza di un beccuccio di versamento rendeva questo mortaio adatto a ricavare liquidi da oggetti solidi. Un uso di questo tipo è per esempio ipotiz- zabile per un mortaio del IV-VI sec. d.C., ritrovato a Nea Paphos (Cipro), il cui diametro è ricostruibile in cm 40 ca.: sulla superficie del frammento superstite sono rimaste tracce di malta.
Confrontato con il repertorio di Spanu, Mortai litici da Antinoupolis, il nostro esemplare da Arsinoe rientra nel Tipo 3, contraddistinto dalla presenza di un versatoio, e si segnala per le dimensioni; i due esemplari antinoiti, infatti, sono tutti più piccoli; al contrario un mortaio più grande, un esemplare di un certo pregio proveniente da Roma e con diametro esterno di cm 62, risulta in Spanu, Un mortarium bollato.
Approfondimento Letterario
Un mortaio compare in una scena famosa della Pace di Aristofane, commedia rappresentata ad Atene nel 421 a.C. Il protagonista Trigeo assiste alle azioni del gigante Polemos e del servo Tumulto, che hanno sequestrato la Pace in un antro custodito da enormi macigni e si accingono a maciullare le poleis greche in un mortaio. In questa scena della ricerca di un pestello (ἀλετρίβανος) ateniese e di uno spartano il termine usato per mortaio è θυεία, presente nei versi dal 229 in poi:
Ermes
Solo questo so: ieri sera ha portato a casa un mortaio enorme
Trigeo
[230] Che gli servirà questo mortaio?
Ermes
Pensa di pestarci dentro tutte le città. Io me ne vado: secondo me non tarda a uscire. Sento… fracasso, dentro. (Esce)
Trigeo
Povero me, come lo scanso? Non sbaglio: ho sentito rumore di mortaio, è la guerra.
Polemos
(Entra, rotolando un enorme mortaio)
Oh! Mortali, mortali, mortali, non vi bastano i guai: che male vi farà la faccia fra poco!
Trigeo
Che paura: enorme questo mortaio! E il muso di Polemos: un mostro! È proprio lui, hai voglia di scansarlo! Tremendo, orrendo: mi va giù per le gambe …
Approfondimento Papirologico
Sono diversi i termini presenti in greco per indicare lo stesso strumento, usati sia in ambito documentario che letterario. Per esempio, il termine θυεία non è usato solo in letteratura, ma ha anche 4 occorrenze nei papiri (dove figura anche la forma θυία), per es. in P.Oxy. LVI 3866, 3, lettera del VI d.C., dove il mittente chiede coltelli, pestello (detto τριβεύς) e mortaio per lo sgozzamento e la macellazione di maiali; in connessione con il mortaio è menzionato un κορμίον, letteralmente ‘tronco’, forse da usare anch’esso come pestello. Le altre 3 menzioni sono in contesti frammentari, ma almeno in un caso è specificato che si tratta di un mortaio di pietra (P.Vind.Tand. 24, 8, 45p, Soknopaiu Nesos). Spesso è connesso con case o edifici: forse in questi contesti si tratta di un mortaio di dimensioni ragguardevoli, poco o per nulla spostabile o trasportabile.
Un esempio eloquente di questo mortaio “fisso” è nella letetra P.Oxy. XII 1488, 13-20 (IIp) γεν[οῦ] δὲ καὶ εἰ̣[ς] τ[ὸ] ἐργαστ[ήριον] καὶ μάθε [εἰ ἐν ἀσφα]λεῖ ἐστι κα[ὶ ε]ἰ ἔρρωται ἡ ἐν τῷ αἰθρίῳ κειμένη μεγάλη θυΐα, καὶ πῶς ἔχεις γράψον μοι, “Vai anche alla bottega e scopri se il grande mortaio nel cortile funziona a dovere. E scrivimi come stai”. Non è così in Aristofane, come abbiamo visto, dove Polemos “porta” un mortaio.
Inoltre, nei papiri per indicare il mortaio è usato il termine ὅλμος, che compare nell’inventario P.Fam.Tebt. 49 (205p, rinvenuto a Tebtynis, ma redatto ad Antinoupolis); nello stesso testo compaiono anche δίσκοι κοῖλοι, probabilmente un tipo diverso dello stesso oggetto.
BIBLIOGRAFIA
M. Spanu, 6. Un mortarium bollato, An.Pap. 26 (2014), pp. 394-398; M. Spanu, Mortai litici da Antinoupolis, in R. PINTAUDI (ED.), Antinoupolis III, Firenze 2017, pp. 219-275; K. Pawlik, Stone Artefacts from Late Roman Occupation Phases in Nea Paphos, Études et Travaux 31 (2018), pp. 235-260.